Il ‘matrimonio’ inaspettato tra l’uva e il CBD e il suo potenziale nel mercato globale
I prodotti al cannabidiolo stanno conquistando fette sempre maggiori di mercato in tutto il mondo, raggiungendo una diffusione che attraversa trasversalmente numerosi settori.
La cosmesi si è rivelata uno dei campi nei quali il CBD sta guadagnando sempre di più l’interesse dei consumatori, al quale si aggiungono quello alimentare (leggi nazionali permettendo), quello farmacologico e l’ampio mercato dedicato a prodotti a base di canapa legale (a basso contenuto di THC) da collezione o da ornamento, che ha conquistato perfino il web. Infatti, ora è possibile trovare dei CBD shop anche online addirittura qui in Italia, dove spicca l’eCommerce Justbob, noto per le periodiche promozioni dei suoi prodotti.
Di fronte a questa diffusione esponenziale non è rimasto indifferente il settore vinicolo che sta assistendo al lancio di una ‘fusione’ sorprendente e intrigante: la combinazione del vino con il cannabidiolo.
Si tratta di un fenomeno ancora agli esordi che si propone di creare un’esperienza gustativa originale per tutti gli appassionati del mondo vinicolo e che, come è facile immaginare, sta suscitando sia entusiasmo che dibattiti nell’opinione pubblica.
Questo articolo esplora il caso del ‘CBD Infused Wine’, svelando cosa si cela dietro questa tendenza e come quest’innovazione si sta plasmando nel panorama vinicolo contemporaneo. Che tu sia un appassionato di vino, un curioso del CBD o semplicemente desideroso di saperne di più su questa intrigante unione, continua a leggere per scoprirne di più.
Cos’è il vino al cannabidiolo?
Il vino al CBD rappresenta un audace incontro tra tradizione vinicola e innovazione nel mondo della salute e del benessere.
In inglese è noto come CBD infused wine, ma cosa significa esattamente ‘infusione’ in questo contesto?
L’idea di aggiungere cannabidiolo al vino deriva dalla volontà di combinare il piacere sensoriale del vino con le proprietà rilassanti del CBD. Il processo di infusione, in realtà, non è così diverso da quello utilizzato per altri liquori aromatizzati.
Dopo l’estrazione, il cannabidiolo viene combinato con il vino in una determinata fase della produzione, permettendo ai due elementi di mescolarsi senza alterare significativamente il profilo aromatico e gustativo del vino stesso. Questo processo può avvenire in due modi:
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- Il metodo a freddo, che consiste nell’aggiungere l’estratto di CBD al mosto prima della fermentazione. Questo permette di preservare le proprietà del cannabidiolo e di ottenere un vino con un sapore più delicato e naturale;
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- Il metodo a caldo, che consiste nell’aggiungere l’estratto di CBD al vino finito, dopo la fermentazione. Questo permette di ottenere un vino con una maggiore concentrazione di cannabidiolo e un sapore più intenso e aromatico.
Il risultato? Una bevanda che promette di offrire non solo il piacere vinicolo che conosciamo e amiamo, ma anche un tocco in più, derivante da una delle sostanze che stanno maggiormente catalizzando l’attenzione di consumatori da tutto il mondo.
Le prospettive future per il vino al CBD
Il crescente interesse intorno al CBD e alle sue potenziali proprietà ha dato una spinta significativa all’intero settore, e il mercato del vino non fa eccezione.
L’innovativa proposta del ‘CBD infused wine’ è iniziata prevalentemente negli States, dove le normative che regolano il consumo di cannabinoidi sono decisamente più permissive rispetto a quanto avviene in Europa. Nell’Unione Europea, Italia compresa, infatti, i prodotti alimentari a base di cannabidiolo non sono ancora stati regolati e, fatta eccezione per la recente presa di posizione delle autorità francesi rispetto agli integratori al CBD, non possono essere commercializzati fino a quando l’UE stessa non autorizzerà la loro vendita come novel food.
Tuttavia, la nuova frontiera del vino al CBD sta rapidamente conquistato l’interesse di tanti curiosi in tutto il mondo e, laddove tutto questo è legale, ha guadagnato legittimità grazie alla presenza di produttori vinicoli di prestigio che hanno intrapreso la sfida di creare vini infusi di alta qualità.
Anche se la nicchia del vino al cannabidiolo, rispetto al mercato vinicolo globale rimane relativamente piccola, il potenziale di crescita è innegabile. E numerosi imprenditori ritengono che, con una maggiore accettazione e regolamentazione del CBD e con la crescente ricerca sui suoi effetti, la domanda continuerà a crescere.
In conclusione
Il CBD infused wine rappresenta uno dei tanti esempi di come l’innovazione e la tradizione possano convergere per creare prodotti unici e rivoluzionari. L’incontro tra il mondo millenario del vino e il contemporaneo interesse per il CBD ha portato alla nascita di una bevanda che combina il piacere di questa bevanda con i potenziali benefici del cannabidiolo.
Mentre l’industria continua a evolversi e la ricerca si approfondisce, è probabile che vedremo ulteriori sviluppi e, forse, una maggiore accettazione di questo prodotto sul mercato globale.
Tuttavia, come con qualsiasi tendenza emergente, è fondamentale avvicinarsi a questo prodotto con un mix di curiosità e cautela. Prima di immergersi in questa esperienza, gli appassionati di vino dovrebbero informarsi, sperimentare in modo responsabile e, come sempre, seguire il proprio palato.
Ma, il dato più importante da tenere in considerazione per i curiosi che vorrebbero scoprire più a fondo questo nuovo prodotto consiste, naturalmente, nell’assicurarsi che le norme del relativo Paese ne consentano il consumo, il quale, come abbiamo visto in precedenza, risulta ancora illecito all’interno dell’Unione Europea.